Due Italiani arrestati per frode al casinò di Montecarlo: la tecnica del passeggino non ha funzionato

Sono due italiani con numerosi precedenti penali, quelli arrestati lo scorso fine settimana al Casinò di Montecarlo. Già bannati dai casinò del nostro paese, hanno provato a rifarsi in terra monegasca. Ma a quanto pare senza successo. Colti in flagrante, sono stati arrestati e poi processati per direttissima. Il giudice non ha avuto molta clemenza e così per un mese, i due malviventi vivranno dietro le sbarre di una prigione del Principato.

I Fatti

Nella notte tra sabato e domenica, i nostri due connazionali decidono di cambiare qualche centinaia di euro in fiches nel prestigioso Casinò di Monaco. Ben presto rimangono a secco e così decidono di rifarsi in modo non del tutto regolare. Secondo i giornali locali, i due cambiavano posizione delle chips sul tappeto verde, una volta che il numero era uscito nella ruota. Si tratta di una tecnica molto semplice ed anche facile da individuare. Per questo motivo sono stati scoperti dal personale della sicurezza della casa da gioco nel giro di poche puntate.

La tecnica del passeggino

Ci sono principalmente due tecniche, una è quella della spinta, nell’altra invece si usa un altro stratagemma: il giocatore posiziona due fiches, una grossa sopra una più piccola (di diametro) sul numero uscito. Il croupier annulla la puntata in ritardo, il giocatore ritira il gettone grosso lasciando però quello piccolo. Un suo complice si presenterà a riscuotere la vincita della chip piccola.

Avevano vinto oltre 3 mila euro 

Dalle ricostruzioni delle cronache monegasche, i due usavano addirittura tre chips: due da 100€ e una da 50€. Sembra che i due scammer abbiano vinto 3.485€ in questo modo, prima di essere fermati. Dai video di sorveglianza sono stati visti e dunque per la sicurezza è stato facile individuarli. Immediato l’arresto.

Giudice severo 

I due erano già stati condannati per reati di gioco d’azzardo in Italia, ma non avevano precedenti nel Principato. Per questo motivo il Pubblico Ministero ha chiesto una condannadi 15 giorni di detenzione. Il Giudice però ha voluto usare il pugno duro ed ha raddoppiato la pena richiesta. L’avvocato difensore invece ha professato l’innocenza dei suoi due clienti.